Da anni protagonista della scena musicale italiana e internazionale come pianista e direttore d’orchestra, particolarmente attento agli sviluppi più recenti dell’arte dei suoni, Antonio Ballista dalla metà degli anni Settanta affianca all’attività musicale quella di artista visivo.
Martedì 21 gennaio 2020 alle 18.30 si inaugura al MLAC - Museo Laboratorio di Arte Contemporanea della Sapienza Università di Roma la mostra Antonio Ballista. Atmosfere sospese. Opere grafiche 1976-2020, che presenta una sessantina tra incisioni e disegni stampati digitalmente su carta Hahnemühle. La mostra, che si svolge in occasione del concerto Noir. LaPauraSiFaSentire, che Ballista tiene sabato 25 gennaio alle 17.30 nell’Aula Magna della Sapienza per la IUC - Istituzione Universitaria dei concerti, resterà aperta fino a sabato 1 febbraio 2020 e sarà visitabile ad ingresso libero.

I soggetti dei lavori esposti sono legati all’esperienza di ogni giorno: paesaggi, interni, scale, ritratti. Eppure lo sguardo dell’artista dà a questi motivi un brivido d’inquietudine che turba l’apparenza tranquilla delle cose. Due gli aspetti messi in gioco dall’autore per provocare in chi osserva tale turbamento e per far percepire lo scarto fra le immagini e la realtà abituale. Anzitutto il taglio: i paesaggi, gli interni e i ritratti non sembrano mai visti alla distanza “giusta”, sembra spesso di essere troppo vicini per avere una visione informativa di quello che si ha davanti. Nei lavori di Ballista le inquadrature sono frutto di scelte di carattere emozionale, come se l’artista volesse restituire il momento in cui il suo contatto con la realtà si trasforma, nell’occhio e nel mondo interiore, nell’immagine che porta dentro, discosta da quella osservata. Il secondo aspetto che induce l’«atmosfera sospesa» di queste opere è la propensione ad un segno non gestuale: in certi casi Ballista sceglie contorni continui e decisi, in altri opta per un pulviscolo più o meno fitto che filtra attentamente la quantità della luce.

L’artista astrae dalle cose il palpito, la qualità ritmica e coglie di volta in volta il ripetersi sempre diverso delle foglie d’erba su un prato, l’allargarsi degli anelli nella grana del legno, il susseguirsi dei gradini di una scala o l’accostarsi dei coppi su un tetto. È attento alla metrica dello spazio, a come le cornici delle porte, o i quadri scandiscono le pareti. L’immagine non si dà come risposta immediata all’effetto luminoso istantaneo, ma riflette il tempo lungo di un’emozione inseguita con pazienza. Guardando le opere di questa mostra tornano in mente i disegni di Van Gogh, nei quali la regolarità del tocco ispirata alla pennellata neoimpressionista, prosciugata dall’iridescenza del colore, traduce il ritmo del mondo nei valori del bianco e nero. Una simile aspirazione traspare dalle immagini create, con rigore e coerenza, da Antonio Ballista.