Cultura e spettacolo Teatro e Danza
Roma in versi
Non solo Belli, Trilussa e Pascarella. Ma anche Zanazzo, Jandolo, Berneri, Del Monte. E poi Dall’Arco, Maré, Marcelli. Passando per gli attori Durante, Fabrizi, Proietti e autori poliedrici come Pasolini. A scrivere in versi romaneschi sono stati in tanti, poeti di valore e versificatori improvvisati, cantanti e attori. Roma è una “città in versi”, perché in forma sofisticata come improvvisata, è una città che ha continuato a raccontare sé stessa attraverso i versi dialettali. Quella romanesca è una poesia che si scrive ma che guarda subito all’oralità, al teatro, alla canzone. Il romanesco è come una maschera che si indossa per evocare toni scherzosi, drammatici, aggressivi, goliardici, popolari. Un filo conduttore che tiene assieme le maschere di Meo Patacca e Rugantino e la Bibbia del Belli, le favole di Trilussa e l’epopea bellica di Macelli, i proletari di Pasolini e le riscritture dei classici di tanti autori in versi romaneschi. Un fiume carsico che non si è mai esaurito, che continua ancora oggi con autrici e autori che scelgono di esprimersi nella lingua di Roma.
Roma in versi è un viaggio che prova a raccontare tutto questo, attraverso spettacoli, incontri, attività per le scuole, eventi partecipativi e una maratona organizzata proprio il21 aprile, giorno del Natale di Roma.
Programma completo su Teatrodiroma.net.
Ultimo aggiornamento 28/03/2024