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Studio e formazione Formazione professionale

La formazione informatico-digitale


Diventare programmatori, sviluppatori di app, designer web potrebbe essere la chiave di volta del futuro professionale. Dove imparare
La formazione informatico-digitale

Programmazione, design e architettura del web, sviluppo di applicazioni: il campo delle professioni digitali è vasto e in continua trasformazione, ma è soprattutto un settore che tende a crescere esponenzialmente, prospettando aumento dell’occupazione e delle opportunità di specializzazione e professionalizzazione.

Le figure professionali

A partire dal 28 gennaio 2016, in Italia (primo paese in Europa) le figure professionali del settore ICT sono regolamentate dalla norma multiparte UNI 11621-1/4: 2016 Attività professionali non regolamentate – Profili professionali per l’ICT, che nella sua parte 3 va a normare i Profili professionali relativi alle professionalità operanti nel Web.
Il sistema di classificazione è stato recepito in Italia dall’IWA/HWG, Associazione internazionale dei professionisti del web, che ha definito i compiti di ciascuna figura, individuando titoli di studio e certificazioni necessari allo svolgimento delle mansioni relative. L’elenco dei 25 profili scaturiti, in linea con la norma UNI 11621, è riportato approfonditamente nella scheda dedicata alle Professioni del digitale.

A livello europeo, le professioni ICT si riferiscono al sistema e-cF (European competence framework), che identifica 40 competenze professionali dei lavoratori digitali.

L’agenda digitale europea, avviata nel 2010, ispira anche le linee guida del Piano competenze digitali dell’Agenzia per l’Italia digitale. La seconda agenda digitale europea, quella 2020-2030, è incentrata sui profondi cambiamenti introdotti dalle tecnologie digitali, sul ruolo essenziale svolto dai servizi e dai mercati digitali e sulle nuove ambizioni dell’UE in campo tecnologico e geopolitico. Sulla base di due comunicazioni strategiche, intitolate «Plasmare il futuro digitale dell’Europa» e «Il decennio digitale europeo», la Commissione ha definito le azioni specifiche che intende intraprendere per contribuire alla creazione di mercati e servizi digitali sicuri. Inoltre, tra le priorità per l’attuale decennio figurano lo sviluppo della computazione quantistica, una strategia in materia di blockchain e una politica commerciale basata sulla blockchain, l’intelligenza artificiale antropocentrica e affidabile, i semiconduttori (normativa europea sui semiconduttori), la sovranità digitale, la cybersicurezza, la connettività Gigabit, il 5G e il 6G, gli spazi e le infrastrutture europei dei dati, nonché la definizione di norme tecnologiche globali.

Sempre l’AgID ha pubblicato la versione ufficiale italiana del Quadro europeo delle competenze digitali per i cittadini.

A ottobre 2020 infine, con decreto del Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, è stata approvata la Strategia nazionale per le competenze digitali. La Strategia si inserisce tra le iniziative volte a rafforzare le competenze digitali e favorire l’inclusione sociale con l’obiettivo di combattere il digital divide di carattere culturale, sostenere la massima inclusione digitale e valorizzare le azioni formative a livello locale e nazionale: un processo di trasformazione digitale e di digitalizzazione dei servizi pubblici – inclusivi e accessibili a tutti.

Perché diventare programmatori

Se dati e ricerche però non bastano, Codemotion (piattaforma di riferimento per la crescita degli sviluppatori) ha redatto un prontuario per convincere i più scettici dell’utilità di imparare a programmare. Li riassumiamo brevemente:

  • il mondo di oggi è digitale. Imparare a programmare aiuta a capire cosa c’è dietro ai software e alle app che usiamo tutti i giorni, e ci rende in grado di sfruttarle al meglio massimizzandone l’utilità;
  • scrivere codice è divertente e altamente gratificante;
  • programmare stimola la creatività, allena a pensare e a risolvere problemi;
  • programmando si impara a relazionarsi con le altre persone (utenti e altri programmatori);
  • programmare è anche automatizzare: prendere un processo manuale e renderlo autonomo;
  • la programmazione è un modo di esprimere se stessi: richiede capacità creative ed analitiche;
  • saper programmare ti dà lavoro.

Prova ne è l’impressionante mole di strumenti, risorse, supporti offerti dalle principali compagnie web based ai developer, che fanno sempre più gola e sono corteggiatissimi: da Apple a Blackberry, da Android e Google a Instagram e Facebook fino a Mozilla e via programmando.

Ma quali sono le caratteristiche personali più importanti per lavorare nel settore? Laszlo Bock (risorse umane di Google), intervistato dal New York Times, elenca i 5 must have:

  • spiccata abilità generale cognitiva: un’accentuata capacità di imparare, di elaborare in tempo reale, di mettere insieme pezzi diversi di informazioni,
  • leadership emergente in contrapposizione alla leadership classica: la capacità del membro di una squadra, nel momento in cui questa si trova di fronte a un problema, di fare un passo avanti e prendere il comando. E, al momento opportuno, di fare un passo indietro e cedere il comando a qualcun altro,
  • umiltà e responsabilità: occupano la terza e la quarta posizione. Una responsabilità che serve ad entrare dentro i problemi, ed un’umiltà che renda capaci di risolvere i problemi insieme, facendo ognuno la propria parte,
  • esperienza: all’ultimo posto fra gli attributi richiesti. Delle volte il poco esperto può commettere errori, ma saprà anche offrire risposte completamente nuove a problemi che si ripetono. E questa è la cosa più importante.

Dove imparare

Percorsi formativi – da dove iniziare

Università: è possibile studiare i linguaggi di programmazione nelle università pubbliche e private, con le classi di laurea in Scienze matematiche e informatiche e quelle in Ingegneria industriale e dell’informazione. A Roma ce ne sono diversi, affiancati anche dalla sempre più ricca e aggiornata offerte delle ITS Academy e delle Accademie Afam, come lo Ied, il Quasar, la NABA, ecc., che oltre ai percorsi triennali, propongono corsi più brevi.

Altri percorsi formativi professionalizzanti su Roma sono offerti da:

Formazione continua – Corsi e workshop a Roma e online

  • Codemotion: la conferenza mondiale dedicata ai programmatori ospita nelle proprie sedi (tra cui Roma) corsi per imparare a scrivere codice e non solo
  • Dev Camp Microsoft: corsi in presenza e online sulle tecnologie Microsoft
  • DolabSchool: scuola di formazione nata dall’incontro fra LVenture e Luiss Enlabs per offrire corsi di programmazione, grafica, social media
  • Girls in tech: propone spesso corsi di formazione, a volte in collaborazione con altre associazioni, e in varie città d’Italia
  • Rainbow Academy: l’offerta formativa comprende Master full immersion (3D Digital Production; Digital Architecture; Digital Concep Art; Virtual Reality), corsi di specializzazione (Full Cg Animation; Games Asset Productio; 3D Visual Effects con Houdini; Visual Effects in Compositing) e corsi online (Z-Brush; Houdini; Python)
  • Italy.generation.org
  • 42Roma
  • Socialacademy.com
  • Innovation school Talent Garden
  • Google developers academy: offre una serie di corsi online su diversi strumenti per sviluppatori di Google

Ultimo aggiornamento 18/12/2023

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