Palazzo Bonaparte: mostre 2025
In estate il palazzo propone due grandi mostre che spaziano dalla fotografia di Elliott Erwitt alla scultura iperrealista di Carole A. Feuerman.
Dal 28 giugno al 21 settembre 2025, Palazzo Bonaparte accoglie lo sguardo più ironico e disarmante della fotografia del Novecento: Elliott Erwitt e le sue Icons. Un’esposizione che racconta – attraverso oltre 80 scatti iconici – la lunga e brillante carriera di un artista capace di cogliere l’anima del Novecento e di trasformare attimi ordinari in immagini indimenticabili, con uno sguardo profondamente umano ma sempre sorprendente. Erwitt non è solo un fotografo: è il cantore della commedia umana, l’infallibile testimone delle piccole e grandi assurdità della vita, che sa raccontare con un’ironia disarmante, una poesia sottile e una grazia senza tempo. Le sue immagini – celebri, indimenticabili, spesso folgoranti – riescono a essere al tempo stesso leggere e profonde, intime e universali. Sono scatti che fanno sorridere, riflettere, emozionare. Elliott Erwitt è stato – ed è – un protagonista assoluto della cultura visiva del nostro tempo. Le sue immagini, i suoi libri, i reportage, le illustrazioni e le campagne pubblicitarie hanno attraversato i decenni, apparendo su testate internazionali e influenzando generazioni di fotografi e artisti. Questa mostra è un viaggio attraverso la sua opera e insieme un invito a guardare il mondo con occhi nuovi: con leggerezza, con empatia, con meraviglia.
Dal 4 luglio al 21 settembre 2025, il palazzo ospita, per la prima volta in Europa, una mostra antologica di Carole A. Feuerman, con oltre 50 opere, dalle prime degli Anni ’70 a quelle più recenti, percorrendo tutto il suo percorso artistico. Nota soprattutto per le sue sculture di forte impatto realistico che rappresentano bagnanti, nuotatori, atleti, ballerini e nudi, Feuerman ha posto la rappresentazione del corpo al centro della sua arte. Crea figure che sembrano vivere, sospese tra realtà e immaginazione, capaci di commuovere, interrogare e affascinare; opere con le quali il corpo umano si fa linguaggio universale, parla di emozioni profonde, racconta battaglie interiori, riflette le contraddizioni della società contemporanea. È un corpo che sente, che vibra, che guarda il mondo attraverso la lente dei sensi, e che si fa simbolo di una condizione umana fragile e potentissima insieme. Intitolata La voce del corpo, la mostra raccoglie un ampio nucleo di lavori che raffigurano frammenti di corpo prevalentemente femminile, in più casi carichi di implicazioni erotiche, connessi alle dinamiche del postmodernismo e alle rivendicazioni femministe. Le creazioni dei decenni successivi, attraverso piccoli dettagli e molteplici espressioni – dalla pelle bagnata alle manifestazioni più intime – trasformano la scultura in una forma di racconto che va oltre l’immagine statica. Ogni opera è un piccolo universo che parla di bellezza, identità, memoria e trasformazione. La sua tecnica combina materiali come resina, bronzo, silicone, acciaio inossidabile e vernice, che sembrano quasi pronte a muoversi o a raccontare una storia.
Ultimo aggiornamento 03/07/2025