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Cultura e spettacolo Mostre

Museo delle Civiltà 2024


Al nuovo allestimento delle collezioni del museo si affiancano le mostre temporanee, dedicate a valorizzare artisti e tematiche cari al museo
Museo delle Civiltà 2024

Il Museo delle Civiltà ha avviato da tempo un processo di progressiva e radicale revisione che metterà in discussione, provando a riscriverle, la sua storia, la sua ideologia istituzionale e le sue metodologie di ricerca e pedagogiche.

Nel contesto più generale del Grande Progetto Museo delle Civiltà, sostenuto dal Ministero della Cultura, il Museo delle Civiltà darà avvio a numerosi cantieri, non solo allestitivi ma anche metodologici, che porteranno gradualmente alla riapertura di tutte le sezioni del museo – molte delle quali non ancora pienamente operative o chiuse da decenni.

Al riallestimento delle collezioni museali si affiancano poi alcune mostre temporanee.

Bertina Lopes | dal 6 giugno al 14 gennaio 2024
Prima mostra che ricostruisce lo spazio di vita e di lavoro, al contempo privato e pubblico, dell’artista e attivista Bertina Lopes (Lourenço Marques, attuale Maputo, 1924 – Roma, 2012). In occasione della mostra la casa e lo studio romani di Lopes, in via XX Settembre 98, saranno per la prima volta oggetto di una ricostruzione parziale, resa possibile da un’estensiva documentazione fotografica realizzata dal fotografo Giorgio Benni e commissionata dal Museo delle Civiltà. Insieme ad una selezione di dipinti e disegni sono esposti in mostra anche libri, immagini fotografiche e strumenti di lavoro.

Nomeda & Gediminas Urbonas: Villa Lituania | dal 20 dicembre 2023 al 4 febbraio 2024
Villa Lituania è un’installazione multimediale che ruota attorno alla storia dell’edificio omonimo (costruito nel 1912 dagli architetti Pio e Marcello Piacentini e situato a Roma in Via Nomentana 116), che ospitò l’Ambasciata Lituana per pochi anni, dal 1937 al 1940, quando fu confiscata dall’allora Unione Sovietica, diventando simbolicamente l’ultimo territorio occupato e, dopo il crollo dell’URSS nel 1991, utilizzato come sede dell’Ufficio Consolare dell’Ambasciata di Russia in Italia. Nomeda & Gediminas Urbonas approcciano questa complessa storia diplomatica da una prospettiva artistica, procedendo alla ricerca della verità storica attraverso il recupero di filmati di archivio inediti e intervistando alcuni testimoni, ma anche immaginando azioni che cerchino forme di riparazione dei rapporti tra i due Paesi. Tra queste l’azione portante di tutto il progetto attinge alla tradizione dei piccioni viaggiatori: nel 2007 gli artisti propongono infatti che il giardino del Consolato Russo ospiti una colombaia che riceva i volatili portatori di un segno di pace provenienti dal Padiglione lituano a Venezia. Al diniego si ipotizza che la base di ritorno possa essere ospitata all’EUR, dove a quel tempo l’architetto italiano di origine lituana Massimiliano Fuksas sta costruendo il Nuovo Centro Congressi, “La Nuvola”, e accoglie entusiasticamente l’idea degli artisti di ospitare la base dei colombi nei pressi del cantiere. Nonostante il supporto di molte istituzioni anche quella possibilità non si realizza. Urbonas sceglieranno di liberare simbolicamente circa mille colombi il giorno dell’apertura del Padiglione lituano a Venezia, che faranno poi ritorno ai loro luoghi d’origine nel mese successivo. A Roma non verrà mai costruita nessuna colombaia, ma l’installazione che si inaugura al Museo delle Civiltà riproduce una colombaia con le sembianze di Villa Lituania, disponendo intorno cinque postazioni di proiezione con i vari video prodotti durante il processo, a documentazione degli intrecci di storie che raccontano una vicenda apparentemente immobile nel suo contesto storico ma che si rivela, invece, estremamente attuale nell’immaginare l’arte come uno strumento capace di riscrivere narrazioni e cambiare punti di vista, anche a molti anni di distanza, con dislocazioni spaziali e temporali inaspettate.

Ultimo aggiornamento 17/01/2024

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