Mattatoio 2025
Dal 19 febbraio al 21 aprile 2025 il padiglione 9B del Mattatoio ospita Progettare il caos. L’esposizione a cura di Massimo Belli presenta una cospicua porzione del macrocosmo ordinatamente caotico che ha da sempre contraddistinto il lavoro di Felice Levini (Roma, 1956), e la sua lettura ironica del sistema-mondo. Tele, carte, installazioni, sculture e dispositivi si alternano senza soluzione di continuità immortalando la contemporaneità con pungente eleganza. Felice Levini è stato fra i fondatori, nel 1978, dello spazio autogestito di S. Agata de’ Goti a Roma, nel quale arte, poesia e musica si sono alternate di sera in sera a baluardo di una libertà espressiva e culturale di reazione alla violenza del decennio Settanta. A partire dalla pratica accademica, nei decenni, Levini ha introdotto nel suo linguaggio pittorico l’attività performativa e la presenza umana: quest’apertura fisica del medium artistico – secondo un atteggiamento animalesco che richiama il camuffamento del camaleonte – ha consentito all’artista di “entrare nelle pieghe” della storia, re-interpretandola e, dunque, ri-vivendola. L’esposizione si pone in stretto dialogo con la mostra che ha luogo nello stesso periodo presso il Padiglione 9a del Mattatoio, Centuria di Giuseppe Salvatori, l’artista e amico con cui Levini ha condiviso non solo una lunga carriera ma anche un linguaggio artistico e poetico. Nel 1978 Salvatori e Levini, insieme ad altri artisti e scrittori del panorama romano, fondano il gruppo di S. Agata de’ Goti, successivamente Renato Barilli li inserisce all’interno del movimento artistico dei Nuovi- Nuovi, in occasione della mostra presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna nella primavera del 1980. Un legame, dunque, che ha resistito al tempo, dagli esordi degli anni Settanta, alla condivisione di progetti più recenti, come il ciclo di mostre Realia della galleria La Nuova Pesa, fino alle attuali mostre presso il Mattatoio di Roma.
Stesse date, ma diverso padiglione, il 9a, per la personale dedicata a Giuseppe Salvatori, Centuria. Curata da Matteo Di Stefano, la mostra ripercorre il lavoro degli ultimi trent’anni di Giuseppe Salvatori (Roma, 1955). In questi tre decenni l’artista ha privilegiato la formula del ciclo per scongiurare la frammentazione dispersiva di opere la cui peculiarità spesso consiste nello stretto rapporto con la narrazione letteraria, di natura classica e contemporanea. Il ciclo Centuria, che dà il titolo alla mostra, consiste di centocinque ritratti – profili delle diverse e inesauribili figure della vita dell’artista: un lavoro in progress in cui motivi floreali si trasformano in volti, portandoci in un territorio di incanti metafisici sospeso tra il reale e il fantastico. L’esposizione si pone in stretto dialogo con la mostra che ha luogo nello stesso periodo presso il Padiglione 9b del Mattatoio, Progettare il Caos di Felice Levini, l’artista e amico con cui Salvatori ha condiviso non solo una lunga carriera, ma anche un linguaggio artistico e poetico.
Si tiene invece dal 6 marzo al 6 aprile la mostra a ingresso gratuito EXPRIMO. A cura di Chiara Nicolini, raccoglie una selezione di opere di otto artisti che spaziano dalla fotografia al video, dalle installazioni alla scultura. Maria Adele Del Vecchio, Giorgia Errera, Teresa Gargiulo, Goldschmied & Chiari, Micaela Lattanzio, Numero Cromatico, Santiago Sierra, Catalina Swinburn partono dalla parola e attraverso un lavoro di scomposizione linguistica conducono a una riflessione concettuale che investe l’utilizzo della parola stessa rimodulato in forma artistica. Ogni lavoro è volto a esprimere un concetto che immerge chi osserva in una dimensione spaesante rispetto ai canoni convenzionali di espressione, costruendo dei linguaggi a volte più espliciti e a volte trasversali. Il percorso espositivo ci guida tra una serie di lavori differenti tra loro per genere e materia, ci invita a soffermarci e a ragionare per entrare in connessione con quello che gli otto artisti vogliono premere fuori – exprimere.
Ultimo aggiornamento 13/02/2025